Brexit, Johnson difende la legge sull’Irlanda del Nord. Teme che Bruxelles possa sfruttare i termini dell’accordo fino a pretendere dazi e bloccare il trasporto di prodotti alimentari.
La Brexit torna ad infiammare gli animi e soprattutto a dividere Londra e Bruxelles dando nuovamente corpo allo spettro di un No-deal, ossia dell’uscita dall’Ue senza accordo. Con conseguenze economiche che potrebbero essere gravissime per tutti.
A riaprire il caso Brexit è la legge al vaglio di Londra sull’Irlanda del Nord. Per la precisione, la legge che cambia l’inquadramento e la posizione dell’Irlanda del Nord dopo la Brexit. In poche parole la legge che cambia le carte in tavola rispetto all’accordo raggiunto da Londra e Bruxelles nelle scorse settimane.
Ma è anche una legge che ha iniziato il suo iter e che ha superato il primo scoglio alla Camera dei Comuni e soprattutto una legge che l’Ue non è intenzionata ad accettare.
Brexit, il caso Irlanda del Nord infiamma il dibattito. Johnson vuole ‘togliere la pistola dal tavolo’
Johnson, parlando ai deputati, ha voluto spiegare le motivazioni che lo hanno spinto a sostenere la nuova legge sull’Irlanda del Nord.
Il timore del Premier è che, in base all’accordo raggiunto con Bruxelles, nel caso in cui dovessero fallire le trattative per l’uscita di Londra dall’Ue, l’Unione possa sfruttare l’accordo sull’Irlanda del Nord. Un accordo che, se estremizzato nella sua interpretazione, potrebbe portare al blocco del trasporto di prodotti alimentari e agricoli all’interno del Paese fino alla pretesa di dazi al confine interno tra Ulster e Regno Unito.
La Legge supera il primo scoglio
Il progetto di legge intanto ha superato il primo scoglio alla Camera dei Comuni, con il provvedimento che, come riferito dall’ANSA, alla seconda lettura è passato in aula con 340 voti favorevoli e 263 contrari.
La legge, sostenuta da Johnson, in realtà è sostenuta da una debole maggioranza che difficilmente riuscirà a portare a casa il punto.